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Google lancia sei nuove app per usare meno lo smartphone

L’azienda californiana ha lanciato alcune applicazioni sperimentali per migliorare il “benessere digitale” degli utenti Android, dal finto orologio che conta quante volte sblocchiamo lo schermo all’agendina stampabile che sostituisce il telefono.

Google ha lanciato sei nuove applicazioni per il Digital Wellbeing, l’iniziativa per il benessere digitale con cui l’azienda vuole favorire la riduzione della nostra dilagante dipendenza dagli smartphone. Le sei applicazioni, tutte disponibili sull’App Store per Android, sono caratterizzate da un approccio artistico e quasi giocoso. Non a caso Google le definisce “esperimenti”: solo una risponde a criteri di reale utilità, ma tutte puntano a sensibilizzare l’utente sulla qualità del tempo che trascorriamo sui nostri smartphone e a suggerire soluzioni insolite (e talvolta impraticabili) volte a limitare artificialmente la funzionalità dei dispositivi.

Sblocco Creativo Unclock Clock, ad esempio, è un salvaschermo per dispositivi Android che sembra un orologio ma è in realtà un contatore che indica quante volte sblocchiamo il telefono durante il giorno. Una volta scaricato non si troverà tra le app, bensì tra i Live Wallpaper del telefono. Lo scopo di Unclock Clock è renderci più consapevoli delle nostre interazioni con lo smartphone, concretizzando in un numero un’azione banale come lo sblocco del dispositivo che per molti utenti è diventato quasi un riflesso automatico.

Isola deserta L’app Desert Island parte invece da un presupposto differente: rendere evidente che spesso le applicazioni essenziali sul nostro telefono sono poche. L’app ci lascia scegliere le applicazioni che consideriamo imprescindibili per la nostra produttività da una lista e poi ci invita a bloccare tutte le altre presenti sul nostro telefono per almeno 24 ore. In questo caso prevale l’elemento ludico e di sfida: è possibile trascorrere un giorno rinunciando a Tinder, Reddit, le nostre app di news preferite e tutto il superfluo che accumuliamo sul nostro smartphone?

App geolocalizzate Ancora diverso invece l’approccio di Morph: l’app permette di creare delle “modalità” a cui assegnare un gruppo di applicazioni. Le varie modalità vanno poi assegnate a loro volta a un luogo specifico: a seconda della nostra posizione il telefono provvederà in automatico a “mutare” (da cui il nome) per offrirci solo le app rilevanti per il posto in cui ci troviamo. Se siamo in palestra, ad esempio, possiamo disattivare tutte le distrazioni e le app di lavoro, mentre nella modalità ufficio è possibile far comparire al contrario solo le app per la produttività e scremare tutte le distrazioni.

Disconnessione di gruppo We Flip è una sorta di gioco del silenzio applicato agli smartphone. Funziona così: ognuno scarica l’app sul proprio smartphone e procede ad attivare il bottone per avviare una sessione “non disturbare” di gruppo. Se uno dei membri però attiva il proprio smartphone per controllare una notifica o inviare un messaggio sessione viene interrotta per tutti. Idea interessante, ma di tutte le sei applicazioni quest’app sembra decisamente la più debole, sia concettualmente sia da un punto di vista operativo.

Le notifiche tutte in una volta Di tutte le sei nuove applicazioni per il benessere digitale, PostBox è quella che più di ogni altra meriterebbe di diventare una funzione standard di Android. L’app è semplice ma geniale: raccoglie tutte le notifiche che arrivano sullo smartphone e poi ce le mostra soltanto a un intervallo predefinito. In questo modo è possibile decidere di non essere disturbati ad esempio per un paio d’ore, con la consapevolezza che a breve avremo modo di controllare tutti gli aggiornamenti provenienti dal nostro smartphone, senza perderci nulla di importante.

Google Paper Phone Paper Phone, la sesta app sperimentale di Google per il benessere digitale, è di sicuro la più insolita di tutte. L’applicazione ci permette di scegliere una serie di informazioni importanti contenute sullo smartphone e le stampa su un foglio A4. Il documento stampato andrà poi piegato per creare un’agendina formato A6.

Sul libretto si possono stampare i contatti più importanti, un itinerario di Google Maps, gli appuntamenti del giorno oppure due guide di taglio per inserire la carta di credito (e sostituire il telefono nei pagamenti contactless). L’idea di fondo è che l’agendina così creata ci permette di uscire di casa senza doverci portare appresso il telefono almeno per una giornata, visto che tutte le informazioni che ci servono le abbiamo comunque in tasca.

Google Paper Phone è un divertissement artistico-satirico, più che uno strumento realmente utile a combattere la dipendenza da smartphone. L’esperimento coglie comunque nel segno, perché attraverso una soluzione iperbolica - la sostituzione dello smartphone con un pezzo di carta - ci spinge ad interrogarci sul nostro legame con un oggetto tecnologico che oggi consideriamo indispensabile e di cui invece, in molti frangenti della nostra vita, potremmo senza dubbio fare a meno.

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